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Circolazione stradale - Multa legittima anche se il semaforo passa dal giallo al rosso in tre secondi


L'automobilista, in relazione ai tempi di permanenza dell'illuminazione semaforica gialla, deve adeguare la velocità allo stato dei luoghi, non costituendo la durata dei quattro secondi dell'esposizione della luce gialla un dato inderogabile. Infatti, la risoluzione del Ministero dei Trasporti n. 67906 del 16 luglio 2007, nell'accertare che il Codice della Strada non indica una durata minima del periodo di accensione della lanterna di attivazione gialla, regola il tempo minimo di durata di detta luce che non può essere inferiore ai tre secondi.
Il principio è stato enunciato dal giudice di legittimità in una recente pronuncia che ha in tal modo dato continuità ad un precedente dell'anno 2012.
Nel caso di specie, la Suprema Corte, accogliendo il ricorso di una amministrazione comunale, ha cassato con rinvio la sentenza impugnata con la quale il giudice del merito, in riforma della decisione di primo grado, aveva accolto l'opposizione di un automobilista contro il verbale di accertamento della polizia comunale che gli aveva contestato di aver proseguito la marcia del veicolo nonostante il segnale semaforico proiettasse la luce rossa.
La decisione aveva rilevato che, sebbene per pochi centesimi di secondo, la luce gialla del semaforo -come risultato dai fotogrammi prodotti- aveva avuto una durata inferiore a quattro secondi, ritenuta generalmente da adottare su strade urbane.
Secondo la Corte regolatrice, invece, tre secondi costituiscono il tempo di arresto di un veicolo che proceda ad una velocità non superiore ai 50 kmh, con la decisiva conseguenza che una durata superiore deve ritenersi senz'altro congrua.